Nanowritober Challenge! #08

Nanowritober Challenge! #08

Nanowritober è una challenge di scrittura proposta da WriMo Italia! Durante il mese di ottobre, verranno proposte delle parole chiave sulle quali costruire dei brani estemporanei. Ho deciso di creare dei testi tratti dalla storia di Dodici Giorni! La parola di oggi è “Esplosione” e il consiglio bonus è quello di scrivere un brano dal punto di vista di un personaggio secondario, in questo caso, ho scelto Michelle. Pronti? Via!

Episodio 8: “Esplosione”

 

13 luglio  2017

Manhattan, New York City, New York

 

Ray Johnson è uno dei miei migliori amici, ormai da anni. E questa è la sua ultima notte in città. Domani tornerà a vivere in California.

Stamattina ha concluso il suo percorso universitario, e adesso è ufficialmente un PhD addottoratosi in una delle università più importanti degli Stati Uniti. È una cosa enorme, ma pare che non gliene freghi assolutamente niente. Non ha voluto festeggiare, non ha voluto che la sua famiglia venisse ad assistere alla cerimonia di assegnazione dei diplomi. Non si è opposto alla mia presenza lì, ma soltanto perché sapeva che piuttosto che lasciarlo solo avrei preferito tagliarmi un braccio. E per me le braccia sono importanti, visto che sono una chitarrista.

Io gli voglio bene davvero, è per questo che odio l’isolamento in cui si è lanciato da quando le cose sono finite con Angel. E solo a pensare al suo nome sento anch’io una fitta allo stomaco. Non ho più notizie da lei da quando se n’è andata. Mi manca. Orribilmente. Ma adesso non posso pensare a lei. Questa serata è per Ray, se la merita.

Perché da domani non vivremo più nella stessa città. E non potremo più guardarci le spalle a vicenda.

Mi lascio cadere sul divano accanto a lui, gli passo una lattina di Bud gelida appena tirata fuori dal frigo. Tiro la linguetta della mia, frizza e sento il forte odore della birra penetrarmi le narici. – Posso almeno brindare a questo traguardo?

– Se ti fa piacere. – Gli angoli delle sue labbra accennano un sorriso. È l’unico tipo di sorriso che si concede, da quando lei lo ha lasciato. Non è mai più stato lo stesso. Ha ricominciato a vivere, ma non è mai più stato lo stesso.

– Mi mancherai.

– Mi mancherai anche tu. – Il suo tono è freddo, ma sincero. È come se perdere Angel avesse rotto qualcosa dentro di lui. E nonostante sia passato tanto tempo, lui negli occhi ha sempre lo stesso dolore. – Allora, vuoi parlarmi di questa ragazza sì o no?

Ci sono tanti motivi per cui è diventato il mio migliore amico. All’inizio, era soltanto il fidanzato della mia coinquilina. Dormiva nel nostro appartamento quasi ogni weekend, quando studiavamo. Lui frequentava Yale, noi la Juilliard. Qualche volta Angel andava da lui, più spesso era lui a venire da noi. Eravamo cortesi l’uno con l’altra, niente di più, ma poi una notte diventammo amici. Amici sul serio, intendo. Io ero in cucina, a piangere perché come al solito col mio carattere di merda avevo allontanato una ragazza che mi piaceva sul serio e lui all’improvviso si è materializzato nella stanza, mi ha guardata. Mi ha chiesto se ne volevo parlare, e io gli ho detto di sì. E da quel momento, ho capito che di lui avrei potuto fidarmi sempre. E non mi sono mai sbagliata. – Mi mancherà anche raccontarti delle ragazze che mi fanno perdere la testa.

– Potrai chiamarmi al telefono e raccontarmelo comunque.

– Ma non sarà la stessa cosa.

– No, – dice, serio, guardandosi le scarpe – non sarà la stessa cosa. – Rimane in silenzio per un paio di minuti. Poi mi guarda intensamente e mi chiede: – Tu riesci a capirlo, vero?

– Che non puoi più restare a New York? – Vorrei che la gola non mi stringesse così tanto. – Certo che lo capisco, però non vorrei che fosse così.

Lui è convinto che andando via il suo dolore si affievolirà. O meglio, questo è quello che mi ha detto, ma né lui né io ci crediamo troppo. All’inizio pensavo che il tempo lo avrebbe aiutato, a dirla tutta. Però oggi penso che niente lo aiuterà mai, a parte un miracolo.

Io non credo di aver mai amato qualcuno nel modo in cui Ray ama Angel, anzi, non credo che nessuno al mondo abbia mai amato così. Parlo al presente perché nonostante lei lo abbia lasciato da quasi due anni, lui non è mai riuscito a provare per lei qualcosa di diverso da questo amore totalizzante, che ha perso e che sembra averlo cambiato così tanto.

Ray è una persona meravigliosa, ma non è mai più stato lo stesso. Le emozioni in lui si sono scontornate. Quando ride è come se qualcosa lo trattenesse dal lasciarsi andare sul serio. Forse non riesce più a lasciarsi andare sul serio. D’altronde c’ha messo un secolo per uscire con un’altra ragazza e non è riuscito a vederla una seconda volta perché si sentiva troppo in colpa. “È come se la tradissi, non ce la faccio”. Ma lo sapeva che non aveva senso, non la stava affatto tradendo. Tra loro era finita.

Mi ricordo il giorno in cui mi ha detto che doveva andarsene da New York. Doveva lasciare l’appartamento. Era il giorno dopo essere uscito con una ragazza conosciuta ad un mio concerto, mi pare si chiamasse Erin, o Erika. Non me lo ricordo, a dire il vero. Era carina, non il mio tipo, ma era carina. Somigliava troppo ad Angel, per i miei gusti, ma questo non gliel’ho detto. Perché lui non se n’era accorto, e non sarei certo stata io ad aprirgli gli occhi. Comunque sono usciti insieme, Erin/Erika gli ha proposto di andare subito al sodo, e Ray ha accettato, ma subito dopo è stato così male che ha passato la notte qui da me, non riusciva a tornare a casa da solo, e siamo rimasti qui a fumare, e lui guardava fuori dalla finestra con lo sguardo spento.

“Pensi che potrò mai essere di nuovo felice, Michelle?”

L’ho abbracciato. E mi sembrava di sentire la sua anima che cercava di tenere insieme i pezzi per non perdersi del tutto. Quella sera non gli ho risposto, non so mai cosa dire quando le emozioni mi si affollano in testa. Finisco sempre per uscirmene con qualche battuta demenziale. Ma quella sera sono rimasta in silenzio.

Non so perché mi colpisce questo ricordo, mentre sono qui e gli racconto della nuova ragazza che ho conosciuto e che mi piace da impazzire.

– Non mi ha permesso di offrirle da bere.

– Perché no?

– Perché mi ha guardato dritto in faccia e mi ha detto: “Non voglio bere. Voglio che tu mi dica cosa cerchi in una relazione”.

– E tu che le hai risposto?

Lo fisso, studiando la sua espressione. – Le ho risposto che per adesso volevo solo offrirle da bere.

– E lei non te lo ha concesso.

– No, perché non le interessava farsi spezzare il cuore. – sospiro, e Ray fa qualcosa che assomiglia ad una risatina. Gutturale, spenta, ma sempre una risatina.

– Come si chiama?

– Savannah Taylor.

– Ti ha dato il suo numero?

– Mi ha detto di chiamarla quando sono pronta a qualcosa di più di un cocktail.

Ray sorseggia la sua birra, e stavolta sorride davvero. Non uno di quei sorrisi finti, un sorriso vero. – E tu muori dalla voglia di chiamarla.

– Non ho mai visto una ragazza così intelligente, arguta e bella in vita mia – confesso, solo a pensare al viso di Savannah il cuore diventa burro fuso, anzi, sento una e propria esplosione nella pancia, un turbine, i suoi occhi scuri e intensi si materializzano nella mia testa, e così i suoi capelli, una cascata d’oro da accarezzare per ore, e me la immaginavo corrermi incontro al rallentatore in una campagna toscana.  – ma…

– Ma?

– Non voglio rovinare di nuovo tutto. Forse dovrei lasciarla in pace.

Ray annuisce, pensieroso. Tira fuori un pacchetto di sigarette e me ne offre una. Andiamo a fumare davanti alla finestra.

– Forse sì, se non sei pronta ad una storia seria, dovresti lasciarla in pace.

Un guizzo sulla sua guancia.

– Ma quando sarai pronta, se anche lei sarà ancora lì, ti consiglio di fare buon uso di quel numero. – aspira una boccata, soffia l’aria fuori. – Perché ti conosco da otto anni e giuro che non ti ho mai visto brillare gli occhi come quando mi hai detto le parole “Savannah Taylor” dieci minuti fa.

Ray Johnson è il mio migliore amico. Ed è la persona migliore che io conosca. E mentre sta di fronte a me, nella nostra ultima notte a New York, e ha il cuore spezzato, tutto ciò che vuole fare per me è spingermi verso la felicità. E forse ha ragione. Forse userò quel numero. Forse sono pronta anch’io ad andare oltre un cocktail.

– Ray?

Mi guarda.

– Un giorno sarai felice di nuovo. Te lo prometto.

 

Nanowritober è una challenge di scrittura lanciata da WriMo Italia!

Durante il mese di ottobre, verranno proposte delle parole chiave sulle quali costruire dei brani estemporanei.

Ho deciso di partecipare, creando dei testi tratti da Dodici Giorni, il mio primo romanzo!

Se ti è piaciuto questo brano, continua a seguirmi per non perderti le prossime uscite! Mi troverai su InstagramFacebook TikTok

A presto!

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *