Nanowritober Challenge! #05
Nanowritober Challenge! #05
Nanowritober è una challenge di scrittura proposta da WriMo Italia! Durante il mese di ottobre, verranno proposte delle parole chiave sulle quali costruire dei brani estemporanei. Ho deciso di creare dei testi tratti dalla storia di Dodici Giorni! La parola di oggi è “Linea” e il consiglio bonus è quello di scrivere un brano ambientato di sera o di notte. Pronti? Via!
Episodio 5: “Linea”
29 agosto 2016
Amsterdam, Olanda Settentrionale, Paesi Bassi
A Reguliersdwarsstraat c’è il coffeeshop preferito di Edge, si chiama Betty Boop. È proprio dietro il Mercato dei Fiori, nel cuore di Amsterdam. Quella è una zona sempre assediata dai turisti, e anche i coffeeshop, quindi, sono assediati dai turisti. Ma solitamente, al piano di sopra del Betty Boop, troviamo sempre un tavolo libero. Nello specifico, quello davanti alla finestra, e ci sediamo sempre lì, quando veniamo insieme in città. Annusa il joint che ha comprato prima di salire, e poi facendo un sorriso enorme dice: – Dio, questa sì che è una canna.
La luce del locale brilla sul suo boccale di birra, piego il collo per guardarla meglio. Ha un colore che sembra quello dell’oro fuso. Sento gli occhi di Edge su di me e lo guardo di rimando. I colori della sera stanno scivolando via, alle sue spalle. Dovremmo tornare a casa ad un orario decente, visto che domani lo aspetta un viaggio infinito. È rimasto qui per tutta l’estate. Non volevo che rinunciasse a tre mesi della sua vita per restare con me. Gliel’ho ripetuto un sacco di volte che doveva andarsene, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Non ha mai voluto sentire ragioni. Continua a guardarmi come se volesse confessarmi qualcosa, e finalmente apre bocca.
– Lo sai, ho trovato una ragazza – si prende una pausa, forse aspetta che io risponda, ma mi limito a fissarlo confusa, poi aggiunge: – E mi ha anche lasciato.
– Perché non me l’hai detto prima? – Vorrei che il mio tono non risultasse così irritato, ma non posso farci niente.
– Perché non aveva importanza. – Si limita a dire lui, alzando le spalle con noncuranza. E la mia irritazione nei suoi confronti non fa che crescere. E anche quella verso me stessa. So perché non me l’ha detto. È stata colpa mia.
– Ti ha lasciato perché sei venuto qui, vero?
Edge mi guarda, serio. – Mi ha lasciato perché non riusciva a capire che tu sei, e sarai sempre, la mia più assoluta priorità.
Scuoto la testa. – Neanche io capirei, se fossi la tua ragazza.
– Non ti vedevo da quando siamo andati a Roma, e non volevo più aspettare. – Il suo tono è fermo, il suo sguardo deciso. Ma non posso lasciar correre questa cosa senza discuterne.
– Sei rimasto qui per tre mesi, e non mi hai detto che la tua ragazza ti ha lasciato per colpa mia.
– Tre mesi, caspita. Come vola il tempo, quando ci si diverte! – Si concentra sulla sua sigaretta, l’accende e poi tira una boccata e mi soffia il fumo in faccia.
– Odio quando fumi questa roba.
Mi fa una smorfia, prende un’altra boccata e stavolta soffia fuori la finestra. Forse non è mai stato bello come stanotte. E per la prima volta penso davvero che vorrei dargli quello che meriterebbe da me. Vorrei amarlo come lui mi ama. Ma non posso. E non riesco ad amarlo. Ho provato così tante volte ad allontanarlo da me, così tante volte a spiegargli che questo nostro legame è deleterio per lui, eppure eccolo qui, di fronte a me, a dirmi che la sua ragazza lo ha lasciato e mi pare che non gliene importi niente.
Vorrei amarlo davvero. Vorrei poterlo rendere felice. C’è una linea tra quello che provo per Edge e l’amore vero. Quello che non proverò mai più per nessun altro, quello che appartiene a lui e che gli apparterrà per sempre. Ma non posso condannare Edge a vivere la mia stessa infelicità. – Edge.
– Non cominciare. – mi avverte, sa già dove voglio andare a parare. Ne abbiamo già parlato così tante volte, che ormai anche io sono stanca di ascoltarmi ripetere le stesse cose.
– Edge, questa storia deve finire.
– Ti prego, Ange – mi dice, e mette una mano sulla mia. – Lo sai che non posso fare a meno di te. E mi basta questo, mi basterà sempre questo. Stare vicini, a impuzzolentirti i capelli con le mie canne.
Sento la gola stringere. Vorrei piangere, vorrei strapparmi il cervello e modificarne i pensieri, vorrei innamorarmi di Edge. Vorrei essere felice con Edge. Vorrei oltrepassare la linea che mi separa da lui, rifugiarmi tra le sue braccia e dirgli: “Edge, ti amo anch’io, ora possiamo darci una possibilità”, ma anche la sola idea mi sembra così falsa, così innaturale. Come posso restare sua amica sapendo quello che prova per me, e che io non potrò mai ricambiarlo? Non posso essere così egoista. Non posso. – Dovresti concentrarti sulla tua vita.
– Lo faccio già.
Non gli rispondo. Non voglio salutarlo litigando con lui, proprio stanotte. Ma da domani sparirò dalla sua vita, lo farò a piccoli passi. Ma non possiamo andare avanti così, è troppo penoso per entrambi. – Ti va di tornare a casa?
Lui annuisce, beve l’ultimo sorso di birra, poi ci addentriamo nella notte della capitale e ci avviamo alla stazione a piedi. Camminiamo uno accanto all’altra, lui mi circonda le spalle con un braccio e io ho gli occhi pieni di lacrime. – Avrei dovuto dirti della mia ragazza, mi dispiace.
– Io sono una persona orribile, ti faccio solo del male.
Lui si ferma e mi abbraccia, mi stringe forte. – Tu sei il motivo per cui mi alzo ogni giorno. Sai cosa mi farebbe male sul serio? Una vita senza di te. Oggi sono l’uomo più felice del mondo, e sai perché? Perché ti sono vicino, e ti giuro su Dio, Angel, non ho bisogno di nient’altro.
– Io voglio che tu vada avanti.
– E io voglio seguire la direzione che mi tiene al tuo fianco. Per tutta la vita.
Non riesco a trattenere altre lacrime e sento che mi abbraccia più forte. E maledico quest’ultima notte, perché da domani mi mancherà sempre di più, maledico me stessa perché non riesco ad amare questo ragazzo dolce, meraviglioso, come lui ama me, e maledico la linea che mi tiene lontana da lui, che non ci permette di avere un futuro insieme. Siamo alla stazione, e il treno è già fermo al binario.
Prima di salire, lancio un’occhiata ad un cartello. “Non oltrepassare la linea”. Questioni di sicurezza. Devo proteggerlo, per quello che posso. Devo mantenermi dall’altra parte. Limitare i danni. Dobbiamo rompere. Lo faremo. Ma lo faremo domani.
Nanowritober è una challenge di scrittura lanciata da WriMo Italia!
Durante il mese di ottobre, verranno proposte delle parole chiave sulle quali costruire dei brani estemporanei.
Ho deciso di partecipare, creando dei testi tratti da Dodici Giorni, il mio primo romanzo!
Se ti è piaciuto questo brano, continua a seguirmi per non perderti le prossime uscite! Mi troverai su Instagram, Facebook e TikTok
A presto!
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!