Nanowritober Challenge! #04

Nanowritober è una challenge di scrittura proposta da WriMo Italia! Durante il mese di ottobre, verranno proposte delle parole chiave sulle quali costruire dei brani estemporanei. Ho deciso di creare dei testi tratti dalla storia di Dodici Giorni! La parola di oggi è “Ricordo” e il consiglio bonus è quello di utilizzare il prompt:”In fondo ad un cassetto”. Pronti? Via!

Episodio 4: “Ricordo”

28 giugno 2017

Manhattan, New York City, New York

In fondo ad un cassetto, ieri, ho trovato una foto del nostro viaggio tra gli Stati, quando siamo partiti in auto per arrivare al matrimonio di Adrian e Jennifer. Era l’ultimo cassetto da svuotare prima del trasloco, ed è quello che di solito non apro, l’avevo lasciato per ultimo. È quello in cui c’erano le tue cose, e pensavo fosse vuoto.

Invece no, c’era ancora una tua maglietta bianca, un foglio pentagrammato vuoto, delle penne e quella foto. Ci sei tu, solo tu, al centro. In un locale di Aspen, in Colorado, si vede anche un cameriere di spalle, con una camicetta nera a maniche corte, e qualcuno seduto ai tavoli che non è messo a fuoco, la vera luce al centro dell’immagine sei tu. Proprio come nella vita reale.

Hai i lineamenti contratti in una smorfia divertente, le guance piene e il muso sporco di formaggio e briciole, tra le mani stringi metà cheeseburger. Stavi per dire: Posa quel telefono e lasciami mangiare in pace!, per poi scoppiare a ridere e lasciarti baciare da me, chiedendomi: Davvero vuoi baciarmi dopo tutta questa cipolla?, e Dio, sì, lo volevo, lo volevo tantissimo. Dopo sei anni, a starti così vicino, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era baciarti, baciarti ancora, e poi le cipolle del tuo panino erano caramellate, quindi le tue labbra, la tua bocca, non avrebbero avuto un cattivo sapore, lo sapevo già. Tu non hai mai avuto un cattivo sapore, a dirla tutta. Abbiamo passeggiato, dopo pranzo, e tu camminavi stretta a me, il braccio sulle tue spalle. Faceva caldo, ma stavi stretta a me, e io ti aiutavo a camminare. Eri stanca. Siamo tornati in albergo e ti ho tenuta tra le braccia mentre dormivi. I tuoi capelli profumavano di mango, era l’odore del tuo shampoo. Ti ho baciata sulla fronte, e tu mi hai baciato sulle labbra e io ti ho chiesto se eri sveglia e tu mi hai detto: Sei tu che mi hai svegliata. E sorridevi. Sorridevi solo per me, e poi ti ho spogliata e anche la tua pelle profumava di mango come i tuoi capelli, ed era morbida, liscia, e tu eri così bella, e abbiamo acceso l’aria condizionata perché faceva davvero troppo caldo in quella stanza, ma non potevamo più aspettare, tu avevi bisogno di me, io di te, e volevo sentirti di più, e tu volevi lo stesso, e il tuo respiro era irregolare, e io volevo sfiorare ogni centimetro di te, e continuavo a dirti che ti amavo e tu mi dicevi: Anch’io ti amo, ti amo da morire. Ti ho accarezzata e tu sei crollata di nuovo. Ti ho lasciata dormire stavolta, lottando con tutto me stesso per non svegliarti di nuovo ma ti assicuro che c’è voluta tantissima forza di volontà.

Ad oggi, sono certo che non esista nel mondo una donna più bella di te. Una donna più dolce, più divertente, più meravigliosa di te. E lo dico anche se ti odio con tutto me stesso. Ti odio, è la verità, e mi odio. Perché tu eri parte di me e io ero parte di te, e oggi a guardare questa foto è come se ti avessi addosso, come quel pomeriggio di fine maggio ad Aspen, Colorado, dopo quel panino, quelle risate, e sento il tuo profumo di mango, la morbidezza della tua pelle lontana. Ti sento ancora. Ti sento sempre. E ti amo. Più di ogni altra cosa al mondo. Ovunque tu sia, io ti amo, e ti ricordo ancora. Ricordo tutto di te.

Nanowritober è una challenge di scrittura lanciata da WriMo Italia!

Durante il mese di ottobre, verranno proposte delle parole chiave sulle quali costruire dei brani estemporanei.

Ho deciso di partecipare, creando dei testi tratti da Dodici Giorni, il mio primo romanzo!

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A presto!